Il negligente, libretto, Venezia, Savioli, 1771

 ATTO SECONDO
 
 SCENA PRIMA
 
 Camera come prima.
 
 AURELIA e CORNELIO
 
 AURELIA
 Anderà ben, benissimo.
 Con quattro paroline io l'ho incantato.
 È di me innamorato,
475la dote mi farà.
 CORNELIO
                               Come facesti
 a tirarlo in la rete?
 AURELIA
                                     Io? Tu lo sai,
 ho un certo che nel volto,
 ho un certo che nel tratto,
 misto così tra il furbo e il sempliciotto,
480che ogniuno che mi parla resta cotto.
 CORNELIO
 Non vorrei che allora quando
 moglie mia tu sarai,
 altri si cucinasse al tuo bel foco.
 AURELIA
 Se geloso sarai, goderai poco.
 CORNELIO
485Basta, ne parleremo. Ma io penso,
 se il signor Filiberto
 ti ha promesso la dote,
 sarà sì generoso
 sol coll'idea di divenir tuo sposo.
 AURELIA
490Così sarà ma io
 so fare il fatto mio.
 Della sua negligenza
 profittarmi saprò,
 forse gli rapirò,
495col pretesto di far la soscrizione
 al contratto nuzial, la donazione.
 CORNELIO
 Oh gran donna! Oh gran donna! Io col tuo esempio
 propor vo' a Filiberto
 l'aggiustamento della lite. A lui
500chiederò la sua firma
 per chiudere il contratto
 e quand'egli mi creda il colpo è fatto.
 AURELIA
 Con ragion ci ha congiunti
 amor sagace e scaltro,
505nati siam veramente uno per l'altro.
 CORNELIO
 Ah ch'io non vedo l'ora,
 cara, che tu sii mia.
 AURELIA
 Tua sarò ma non voglio gelosia.
 CORNELIO
 Dammi la bella man. Lascia che almeno
510io me la stringa al seno.
 AURELIA
 Sì, caro, ecco la man, se tu la vuoi,
 del mio core e di me dispor tu puoi.
 
 SCENA II
 
 FILIBERTO in disparte e detti
 
 CORNELIO
 Oh che cosa gustosa (Si tengono sempre per mano)
 aver sì bella sposa!
 AURELIA
515Oh che felice sorte
 aver sì buon consorte!
 CORNELIO
 Marito fortunato!
 AURELIA
 Quando, quando verrà quel dì beato!
 FILIBERTO
 Bravi. Buon pro vi faccia.
 CORNELIO
                                                 (Oh maledetto!)
 AURELIA
520Vi giuro e vi prometto, (A Filiberto)
 caro il mio ben, che sempre parlerei
 del nostro matrimonio
 e ne chiamo Cornelio in testimonio.
 CORNELIO
 (Oh brava!) Sì, davvero,
525ella vi vuol gran ben.
 FILIBERTO
                                         Mi vuol gran bene?
 Parmi ch'ella dicesse:
 «Oh che felice sorte
 aver sì buon consorte!» (Accennando Cornelio)
 AURELIA
 M'intendevo di voi.
 FILIBERTO
530E voi diceste poi: (A Cornelio)
 «Marito fortunato!»
 E lei: «Quando verrà quel dì beato!»
 CORNELIO
 Marito fortunato
 Filiberto chiamai.
 AURELIA
535Ed io di Filiberto sol parlai.
 FILIBERTO
 E parlando di me
 si tenevan le man sì bene unite?
 Buona gente, che dite?
 CORNELIO
 Io lo facea senza pensare a niente.
 AURELIA
540È una cerimonia indifferente.
 FILIBERTO
 Che ceremonia? Andate via di qua.
 AURELIA
 Oimè mi discacciate?
 Più ben non mi volete?
 FILIBERTO
 Una mendace siete.
 CORNELIO
545Credetemi, signor...
 FILIBERTO
                                       Non mi parlate.
 AURELIA
 Se voi m'abbandonate,
 morirò disperata.
 FILIBERTO
                                   Vostro danno.
 AURELIA
 Ahi che dolor! Che affanno!
 Chi mi porge ristoro?
550Filiberto crudele, io manco, io moro. (Finge svenire sopra una sedia)
 CORNELIO
 Povera sventurata,
 per voi quasi è spirata.
 FILIBERTO
 Poverina, davvero!
 Ha il naso freddo freddo.
555Mi muove a compassione.
 CORNELIO
 Aiutatela almeno.
 Un qualche spirto vi vorrebbe al naso.
 FILIBERTO
 Acqua della regina. Oh che gran caso! (Parte)
 AURELIA
 È andato? (S’alza)
 CORNELIO
                       È andato a prendere
560l'acqua della regina.
 AURELIA
                                       Oh che bel pazzo!
 Per far lieto il cor mio,
 vi vuol altro che odori!
 CORNELIO
                                            Il so ancor io.
 Eccolo che ritorna.
 AURELIA
                                     Alla lezione. (Torna in atto di svenuta)
 CORNELIO
 (Chi alla femmina crede è un gran minchione).
 FILIBERTO
565Eccomi, come va? (Con boccietta)
 CORNELIO
 Misera! Fa pietà.
 FILIBERTO
 Adesso, adesso. (La bagna)
 CORNELIO
                                Dubito sia morta.
 FILIBERTO
 E pur non è venuta niente smorta.
 Zitto, zitto, rinviene.
 AURELIA
570Ah traditor! (A Filiberto)
 FILIBERTO
                          Mio bene
 son qui tutto per voi.
 AURELIA
 Mi crederete poi?
 FILIBERTO
 Sì sì, vi crederò.
 AURELIA
 Se voi non mi credete, io morirò.
 
575   Crudelaccio, crudelaccio,
 non mi fate sospirar.
 
 FILIBERTO
 
 Non mi fate lacrimar.
 
 AURELIA
 
    Io son tutta tutta vostra, (Tocca per di dietro la mano a Cornelio)
 questa mano è tutta mia,
580quel visetto voglio amar.
 
 FILIBERTO
 
 Voi mi fate giubilar.
 
 AURELIA
 
    Imparate, o donne care,
 che vi pare? Non fo bene?
 Or si ride ed or si sviene.
585Un la mano e l'altro il cor.
 
 CORNELIO
 
    E quel pazzo se lo crede,
 non s'avvede dell'inganno.
 Queste donne affé ne sanno
 di bugie più d'un dottor.
 
 SCENA III
 
 FILIBERTO e CORNELIO
 
 CORNELIO
590Andate, signor mio,
 Aurelia è offesa e sono offeso anch'io.
 FILIBERTO
 Io credea... Compatite.
 CORNELIO
 Orsù, perché non dite
 ch'io vengo in casa vostra a far l'amore,
595io vi son servitore. (Vuol partire)
 FILIBERTO
                                      No, sentite.
 CORNELIO
 Io della vostra lite
 avevo poste ben le cose a segno
 ma vado adesso a rinunziar l'impegno.
 FILIBERTO
 Ah per amor del ciel, non vi stancate
600di essermi protettor.
 CORNELIO
                                         Già l'avversario
 si era posto in spavento.
 E trattava con me l'aggiustamento.
 FILIBERTO
 Volesse il ciel che fossimo aggiustati;
 palazzisti, avvocati
605mai più trattar vorrei;
 e goder la mia pace anch'io potrei.
 CORNELIO
 Andate voi dal conte
 la cosa a terminar.
 FILIBERTO
                                     Ma non potreste
 consumare l'affar tra voi e lui?
 CORNELIO
610Potrei ma se mi riesce
 di prenderlo in parola,
 l'autorità non tengo
 di stringere il contratto.
 Venite meco.
 FILIBERTO
                           No, Cornelio caro,
615non fate che il piacer mi riesca amaro.
 Fate voi, fate voi.
 CORNELIO
                                  Datemi almanco,
 sottoscritto da voi, un foglio bianco.
 FILIBERTO
 Fin questo si può far;
 del resto tutto a voi lascio l'imbroglio.
 CORNELIO
620Eccovi il calamar, la penna e il foglio. (Tira fuori tutto di tasca)
 FILIBERTO
 «Filiberto Tacconi, (Scrive)
 affermo quanto sopra si contiene».
 Basta così?
 CORNELIO
                        Va bene. (Prende il foglio)
 FILIBERTO
 S'io presto non finiva
625di testa mi veniva un giramento.
 CORNELIO
 Davvero?
 FILIBERTO
                     La fatica è un gran tormento.
 CORNELIO
 Or via siete spicciato,
 domani voi sarete consolato.
 
    Con questo foglio in mano
630farò l'aggiustamento.
 (Ma lo farò per me).
 Vedrete chi son io.
 D'un galantuom par mio
 non s'ha da dubitar.
 
635   La vostra ricca entrata,
 la vostra sposa bella
 difendervi saprò.
 (Ma presto questa e quella
 gli voglio sgraffignar).
 
 SCENA IV
 
 FILIBERTO, poi PORPORINA e PASQUINO
 
 FILIBERTO
640Manco mal che la sorte mi provede.
 Mi ama Aurelia; Cornelio è tutto fede.
 PORPORINA
 (Ecco il padron). (Parlano in disparte fra di loro non sentiti da Filiberto)
 PASQUINO
                                   (Chiediamogli perdono).
 PORPORINA
 (Se vogliamo ottenerlo,
 fingiam d'esser nemici).
 PASQUINO
645(E poi in cucina torneremo amici).
 FILIBERTO
 Io far l'aggiustamento?
 Non lo faccio in due anni. Oh che tormento!
 PORPORINA
 Signor padron.
 PASQUINO
                               Signor padrone mio.
 PORPORINA
 Io vi chiedo perdono.
 PASQUINO
650Pietà Pasquin vi chiede.
 PORPORINA
 Io vi baccio la man.
 PASQUINO
                                      Vi baccio il piede.
 FILIBERTO
 Temerari, bricconi.
 PORPORINA
 Signore, io non volevo.
 È stato lui.
 PASQUINO
                       È stata lei che ha detto:
655«Piglia, piglia, Pasquino».
 PORPORINA
 Non è ver, malandrino.
 Sei stato tu. Colui è un disgraziato, (A Filiberto)
 mezzo il vin della botte ha tracannato.
 PASQUINO
 Lei fa l'amor con tutti;
660e giù per il balcon cala i presciuti.
 PORPORINA
 Chi ha venduta la legna?
 PASQUINO
                                                E la farina
 chi l'ha mandata via?
 PORPORINA
 Ti vo' scoprir.
 PASQUINO
                            Ti voglio far la spia.
 FILIBERTO
 È bella la canzone
665e si suona alle spalle del padrone.
 PORPORINA
 Io sono fidatissima.
 PASQUINO
 Io sono onoratissimo.
 PORPORINA
 Caro il mio padroncin.
 PASQUINO
                                            Padron carissimo.
 FILIBERTO
 Orsù per non far torto all'uno o all'altro,
670giacché ha fatto ciascun le parti sue,
 vi licenzio di casa tutti due.
 PASQUINO
 Senti, per causa tua. (A Porporina)
 PORPORINA
                                         Per te, briccone. (A Pasquino)
 (Senta, signor padrone. (Piano a Filiberto)
 Per sgravio di coscienza,
675il povero Pasquin, sappia, è innocente.
 E quel che ho detto non è vero niente).
 FILIBERTO
 Buono!
 PASQUINO
                 (Signor padrone una parola. (Piano a Filiberto)
 Per rabbia ho detto mal di Porporina.
 Peraltro ella è innocente, poverina).
 FILIBERTO
680Meglio! Ma io vi credo
 due furbi belli e buoni.
 PASQUINO
 Uh cosa dite!
 PORPORINA
                           Il ciel ve lo perdoni.
 FILIBERTO
 Io non mi fido più.
 PASQUINO
                                      Sarò fedele.
 PORPORINA
 Fedel sarò, sull'onor mio lo giuro.
 PASQUINO
685Sulla mia pudicizia io v'assicuro.
 FILIBERTO
 (Se mando via costoro,
 a trovarne altri due sarò impicciato).
 Orsù v'ho perdonato
 per questa volta ma se un'altra arriva...
 PORPORINA
690Oh caro! (L’accarezzano e accarezzandolo con caricatura l’infastidiscono)
 PASQUINO
                    Oh benedetto!
 A DUE
                                                 Evviva, evviva.
 FILIBERTO
 
    Basta, basta, fermi state.
 Maledetti, mi stroppiate.
 Tocca, tocca, se tu vuoi. (A Porporina)
 Va' a scherzar co' pari tuoi. (A Pasquino)
 
 SCENA V
 
 PORPORINA e PASQUINO
 
 PASQUINO
695Per questa volta è andata bene.
 PORPORINA
                                                           In grazia
 del mio giudizio.
 PASQUINO
                                  Sì, gioia mia bella,
 tu sei una ragazza
 che può star, per dottrina, in paragone
 d'Ovidio, Quinto Curzio e Cicerone.
 PORPORINA
700Tutto ho fatto per te.
 Peraltro in vita mia,
 io non so d'aver detto una bugia.
 PASQUINO
 Dunque mi porti amore?
 PORPORINA
 T'amo con tutto il cuore.
 PASQUINO
705Dunque tu mia sarai?
 PORPORINA
 Sì, Pasquin, sarò tua, se mi vorrai.
 PASQUINO
 Se ti vorrò? Cospetto!
 Non bramo altri che te.
 Per quel tuo bel visino
710lascerei la minestra, il pane e il vino.
 PORPORINA
 Ma quando mi darai...
 PASQUINO
                                            Cosa?
 PORPORINA
                                                          La mano.
 PASQUINO
 Eccola, se la vuoi.
 PORPORINA
 La prenderei ma poi...
 PASQUINO
 Ma poi di che hai paura?
 PORPORINA
715Che tu mi dica il ver non son sicura.
 PASQUINO
 Vuoi che ti mostri il cor, dammi un coltello;
 voglio spaccarmi il petto,
 voglio mostrarti il cor.
 PORPORINA
                                           No, poveretto,
 lo so che mi vuoi bene;
720ma un po' di gelosia mi dà martello.
 PASQUINO
 Maledetta disgrazia è l'esser bello!
 PORPORINA
 Quei cari e belli occhietti
 saranno tutti miei?
 PASQUINO
                                      Sì.
 PORPORINA
                                              Quel bocchino
 sarà tutto per me?
 PASQUINO
                                     Sì.
 PORPORINA
                                             Quel visetto
725è tutto, tutto mio?
 PASQUINO
                                    Sì, tutto, tutto.
 PORPORINA
 Io mi sento morire.
 PASQUINO
                                       Io son distrutto.
 PORPORINA
 Stasera...
 PASQUINO
                    Che?
 PORPORINA
                                Faremo...
 PASQUINO
 Che cosa?
 PORPORINA
                      Il matrimonio.
 PASQUINO
 Non potressimo...
 PORPORINA
                                   Cosa?
 PASQUINO
                                                 Farlo adesso...
 PORPORINA
730Così non è permesso.
 PASQUINO
 Ma io non posso più.
 PORPORINA
                                         Ma io già peno.
 PASQUINO
 Vado tutto in sudore.
 PORPORINA
                                         Io vengo meno.
 
    Ohimè, che fuor dal petto
 mi vien sul labro il cor.
735Ma su quel bel labretto
 veggo il tuo core ancor.
 
    Damm'il tuo core, oh dio!
 Pigliati, o caro, il mio!
 Piglialo, che tel dono,
740dammilo, per pietà.
 
    Cosa farai del mio?
 Del tuo cosa farò?
 Perché fedel son io,
 il tuo lo serberò.
 
745   Tu che pietà non hai
 me lo strapazzerai?
 No, no per carità.
 
 SCENA VI
 
 PASQUINO e DORINDO, il quale vorrebbe trattener PORPORINA che parte
 
 DORINDO
 Ehi, Porporina, udite...
 PASQUINO
 Signor, cosa comanda
750da Porporina?
 DORINDO
                             Che vuoi tu sapere?
 Va' via, brutto villano.
 PASQUINO
 Cos'è questo villano?
 Cos'è questo va' via?
 Cosa pretende lei?
 DORINDO
                                     Quel che mi pare. (Vuol seguir Porporina)
 PASQUINO
755Con grazia, padron mio; (Lo trattiene)
 lo vo' sapere anch'io.
 DORINDO
 Tu non devi saper quello che passa
 fra Porporina e me. (Non vo' ch'ei sappia
 che qui Lisaura aspetto).
 PASQUINO
760Porporina dev'esser moglie mia.
 Mi meraviglio di vussignoria.
 DORINDO
 (Mi voglio divertir con questo sciocco).
 Porporina tua sposa?
 Credimi, l'hai sbagliata.
765È la mia innamorata.
 PASQUINO
                                          Come! Oh diavolo!
 Non può star, non sarà, nol posso credere,
 mi vuol ben, me l'ha detto e l'ha giurato.
 DORINDO
 Di te gioco si prende ed ha scherzato.
 PASQUINO
 Ah bugiarda! Ah maliarda;
770adesso, adesso intendo
 perché quando le ho detto
 di far il matrimonio di nascosto
 la furba m'ha risposto:
 «Così non è permesso».
775Femmine, traditore, ingrato sesso.
 
    Dunque è vostra innamorata, (A Dorindo)
 maledetta, disgraziata
 crepa, schiatta, va' in malora,
 aver ben non posso un'ora.
780Dunque è ver che vi vuol bene!
 
 SCENA VII
 
 DORINDO, poi LISAURA
 
 DORINDO
 Sentimi, non è ver... Quasi mi spiace
 aver dato al meschin sì gran cordoglio.
 So per prova qual sia
 il tormento crudel di gelosia.
785Ma ecco la mia bella
 che a beare mi vien cogli occhi suoi.
 LISAURA
 Dorindo, eccomi a voi.
 DORINDO
                                            Cara Lisaura,
 tutti siamo traditi. Ho discoperta
 una barbara trama;
790di spogliar Filiberto oggi si trama.
 Cornelio, il conte e ser Imbroglio uniti
 al vostro genitor fanno la lite.
 Dimani si farà l'aggiustamento.
 E il caro negligente
795a Cornelio Cornuto,
 ch'è l'impostor più franco,
 ha dato un foglio sottoscritto in bianco.
 LISAURA
 Donde sapeste ciò?
 DORINDO
                                      Da uno scrivano
 di ser Imbroglio che a pietà s'è mosso
800e di voi e di me. Quello che stese
 la scrittura, per noi, del matrimonio.
 LISAURA
 Adunque, che sarà?
 DORINDO
                                       Già ho rimediato.
 Vo' che l'ingannator resti ingannato.
 LISAURA
 Come mai?
 DORINDO
                         Sol mi basta
805che al vostro genitore
 sottoscriver facciate questa carta. (Cava dalla tasca un foglio)
 S'egli, ch'è negligente,
 senza leggerlo prima,
 oggi soscrive il foglio,
810scherniremo Cornelio e ser Imbroglio.
 LISAURA
 Tutto per voi farò. Già il padre mio
 si contenta che io
 vi prenda per mio sposo.
 DORINDO
                                                E questo è bene.
 Profittarsi conviene
815della sua negligenza.
 Ditegli che la carta
 contien di nostre nozze il sol contratto.
 Ei vi metta il suo nome e il colpo è fatto.
 LISAURA
 Non vorrei d'un inganno
820esser tacciata poi.
 DORINDO
                                   Non dubitate.
 Questa è l'ultima moda,
 l'inganno, se va bene, ancor si loda.
 
    Pria ritornare al fonte
 vedrai torrente altero
825che all'amor mio sincero,
 tempre vedrai cangiar.
 
    Né per ingiurie ed onte
 d'avversa iniqua stella
 questo mio core amante
830della sua fiamma bella
 mai si potrà scordar.
 
 SCENA VIII
 
 LISAURA sola
 
 LISAURA
 Giusti dei, v'è nel mondo
 cotanta iniquità. V'è su la terra
 chi temerario ardisce
835rapir l'altrui con esecrando eccesso?
 E lo soffrono i numi? E stride invano
 il folgore di Giove?
 Dove si cela, dove
 l'empio che il genitor tradire aspira?
840Seco voglio sfogar lo sdegno e l'ira.
 Ma no, femmina imbelle,
 che dir, che far potrei?
 Crudelissimi dei,
 perché non mi è concesso
845potermi cimentar col viril sesso?
 Farei veder ben io
 che ancor nel petto mio si cela un core,
 di coraggio ripieno e di valore.
 
    Tremo fra' dubi miei.
850Pavento i rai del giorno,
 anche nel mio soggiorno
 mi turbo e mi confondo,
 l'aure che ascolto intorno
 mi fanno palpitar.
 
855   Nascondermi vorrei,
 vorrei scoprir l'errore
 né di celarmi ho core
 né core ho di parlar.
 
 SCENA IX
 
 AURELIA, poi PASQUINO
 
 AURELIA
 Del cor di Filiberto
860sono quasi sicura
 ma Lisaura, Pasquino e Porporina
 non mi ponno vedere.
 La politica vuole
 ch'io me li renda amici,
865perché i disegni miei riescan felici.
 Ecco Pasquin; con questo
 ch'è alquanto bacellone
 incomincio a provar la mia lezione.
 PASQUINO
 Ingrata Porporina, (Verso la scena)
870ladra, cagna, assassina.
 AURELIA
 Pasquino, e con chi l'hai?
 PASQUINO
 Oh non ti avessi conosciuta mai!
 AURELIA
 T'han fatto qualche insulto?
 PASQUINO
                                                     Sì, m'han fatto
 quello che far usate
875voialtre feminacce indiavolate.
 AURELIA
 Sei forse innamorato?
 PASQUINO
 Così fossi appiccato.
 AURELIA
 Forse tradito sei?
 PASQUINO
 Così il diavol portasse via colei.
 AURELIA
880Oh povero Pasquino
 che sei tanto bellino.
 Se tu volessi un po' di bene a me,
 tutto questo mio cor saria per te.
 PASQUINO
 Eh mi burlate.
 AURELIA
                              No, credimi, o caro,
885che il mio labbro è sincero.
 PASQUINO
 Se dicesse da vero
 vendicar mi potrei di Porporina.
 AURELIA
 Dammi la tua manina.
 PASQUINO
 Se ci vede il padron, cosa dirà?
 
 SCENA X
 
 FILIBERTO da una parte, PORPORINA dall’altra osservano in disparte
 
 AURELIA
890Non importa, vien qua.
 Fra noi s'ha d'aggiustare
 e si vada il padrone a far squartare.
 FILIBERTO
 (Obbligato).
 PASQUINO
                          Sì sì, vada in malora
 lui, la sua casa e Porporina ancora.
 PORPORINA
895(Bravissimo).
 AURELIA
                             È noioso
 il signor Filiberto agli occhi miei.
 PASQUINO
 Più non posso di cuor mirar colei.
 AURELIA
 Tu sì sei graziosetto.
 PASQUINO
 Sì, quello è un bel visetto.
 AURELIA
900Se parlassi di cor...
 PASQUINO
                                     Se vi degnaste...
 AURELIA
 Sarei per te.
 PASQUINO
                          Vostro sarei, m'impegno.
 FILIBERTO
 (Femmina indiavolata).
 PORPORINA
                                               (Oh core indegno).
 AURELIA, PASQUINO A DUE
 
    Allegri e contenti
 ci amiam di buon cuore.
905Più dolce è l'amore
 novello nel sen.
 
 PORPORINA, FILIBERTO A DUE
 
    Che voglia mi vien
 d'andarli a scannar.
 
 AURELIA
 
    E vada il padrone...
 
 PASQUINO
 
910E vada la serva...
 
 A DUE
 
 A farsi squartar.
 
 FILIBERTO
 
    Indegna. (Ad Aurelia)
 
 PORPORINA
 
                        Briccone. (A Pasquino)
 
 A DUE
 
 Si tratta così?
 
 AURELIA, PASQUINO A DUE
 
    (Non v'è più rimedio,
915già tutto sentì).
 
 PORPORINA
 
    Con voi, sfacciatella, (Ad Aurelia)
 mi voglio sfogar.
 
 AURELIA
 
    Con te, birboncella, (A Porporina)
 non voglio gridar.
 
 FILIBERTO, PASQUINO A DUE
 
920   Fermate, tacete,
 non state a strillar.
 
 FILIBERTO
 
    Indegno, briccone, (A Pasquino)
 ti vo' bastonar.
 
 PASQUINO
 
    Non curo il padrone, (A Filiberto)
925mi vo' vendicar.
 
 AURELIA, PASQUINO A DUE
 
    Fermate, tacete,
 non state a strillar.
 
 A QUATTRO
 
    Che rabbia mi sento,
 che fiero tormento.
930L'affanno, lo sdegno
 vuol farmi crepar.
 
 Fine dell’atto secondo